Il nipote del principe, Tancredi Falconeri, decide di seguire Garibaldi un pò per entusiasmo ed un pò per opportunismo
Don Fabrizio: Perché sei vestito così? Che succede? Un ballo in maschera di mattina.
Tancredi: Parto fra poco. Parto fra un’ora. Sono venuto a salutarti.
Don Fabrizio: Perché? Dove vai? Non un duello.
Tancredi: Sì, un gran duello. Un duello con il re. Con Franceschiello. Vado nelle montagne, a Ficuzza. Si preparano grandi cose e io non voglio restare a casa, dove, del resto, mi acchiapperebbero subito.
Don Fabrizio: Sei pazzo a metterti con quelli. Sono mafiosi, tutti imbroglioni. Un Falconeri sta con noi per il Re.
Tancredi: Per il re? Certo. Ma quale re? L’hai detto tante volte pure tu. Se fosse ancora vivo il re Ferdinando. Ma Franceschiello, Dio guardi! No, zio, no!
Don Fabrizio: Perché tu credi che il piemontese, quello che chiamano il galantuomo, sarà molto meglio? Dialetto torinese invece che napoletano. Tutto qui.
Tancredi: E allora che ne diresti della Repubblica di don Peppino Mazzini?
Don Fabrizio: Ah!
Tancredi: Credimi Zione, se non ci siamo anche noi, quelli ti combinano la Repubblica in quattro e quattr’otto. Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi. Mi sono spiegato?