4 – Don Fabrizio chiede la mano di Angelica per Tancredi

Tancredi si è innamorato follemente di Angelica dopo averla vista ad un ballo. Angelica ricambia l’amore e tra i due c’è stato anche un bacio. Tancredi, mentre è in battaglia, scrive allo zio perchè chieda a suo nome la mano di Angelica al padre, Don Calogero

Don Fabrizio: Mettiamo le carte in tavola e non facciamo tante storie per un semplice bacio. Ricordate che sono io che l’ho fatta chiamare! 

Don Calogero: Certo, certo. 

Don Fabrizio: Io volevo comunicarvi una lettera. Scritta da mio nipote. Che è arrivata ieri sera, anzi stanotte, per essere precisi. In essa egli dichiara la sua passione per la signorina vostra figlia. E mi incarica di chiedervi, ufficialmente, la mano della signorina Angelica. Ora tocca a voi dichiarare le vostre intenzioni. 

Don Calogero: Scusatemi. Principe. La bella sorpresa mi aveva tolto la parola. Io conosco quello che avviene nel cuore, nella mente di Angelica e credo di poter dire che l’affetto di don Tancredi che tanto ci onora tutti è sinceramente ricambiato. 

Padre Pirrone:  Noi invochiamo la protezione di Dio su queste nozze. La vostra gioia è diventata la mia, eccellenza. Bravo, bravo. (guardando il barometro) Si mette al brutto.

Don Fabrizio: Don Calogero, non c’è nessun bisogno che io vi dica quanto sia illustre la famiglia Falconeri. Venuta in Sicilia con Carlo d’Angiò. Continuò a fiorire sotto gli Aragonesi, gli Spagnoli, i Borboni anche. Sempre che mi sia permesso a nominarli in vostra presenza. Furono pari del Regno, Grandi di Spagna, Cavalieri di Santiago. Ma non c’è nessun bisogno che io vi parli dell’antichità di casa Falconeri. E’ disgraziatamente anche inutile, perché lo sapete già, dirvi che le attuali condizioni economiche di mio nipote Tancredi non sono pari alla grandezza del suo nome. Mio cognato don Ferdinando, non era quello che si dice un padre preveggente. Le sue magnificenze di gran signore hanno gravemente scosso il patrimonio di mio nipote. Ma, Don Calogero, il risultato di tutti questi guai, di questi crepacuori è Tancredi. Queste cose noialtri le sappiamo bene. E forse impossibile essere così distinto, sensibile e affascinante come Tancredi, senza che i suoi maggiori abbiano dilapidato una dozzina di patrimoni. Almeno così è in Sicilia. 

Don Calogero: Ma tutte queste cose le so. E molte altre. Ma l’amore, eccellenza. L’amore è tutto e io posso saperlo. Ora sentite. Io sono un uomo di mondo e voglio anch’io portare le mie carte in tavola. È giusto che i ragazzi conoscano quello su cui possano contare subito. Col contratto di matrimonio assegnerò a mia figlia il feudo di Settesoli. Ettari 1010. Tutto a frumento. Terre di prima qualità, fresche e ventilate e 500 ettari di vigneto e uliveto a di più dolce…