Il ladro – Stefano Benni
Vocabolario – I mestieri
Mattinata fiorentina – le toscanelle
Madama Butterfly – Giacomo Puccini
La noia – Angelina Mango
Ci e Ne – ma che cine..ma
per scaricare la scheda di grammatica click qui
Il Festival di Sanremo e la storia d’Italia – gli anni 70
Gli anni ’70 sono stati un decennio molto difficile per l’Italia, non solo per i problemi globali dell’economia ma soprattutto per la scarsa tenuta del tessuto sociale e delle istituzioni. Le rivendicazioni e proteste iniziate pacificamente nel ’68 si trasformano in un’ondata di estremismo violento, sia di destra che di sinistra.
Nello Stivale si formano numerose cellule terroristiche ben organizzate. In soli dieci anni si registrano 6 stragi, con decine di morti e centinaia di feriti. Personaggi di rilievo della politica e della società italiana vengono rapiti, uccisi o torturati.
Ma sono anche un periodo di grandi conquiste civili: nel 1974 c’è la legge sul divorzio, nel 1975 vi è l’equiparazione fra uomini e donne e il nuovo diritto di famiglia; nel 1981 vince il referendum a favore dell’aborto.
Vediamo un po’ più in profondità i personaggi e i fatti di questo periodo così importante.
Il movimento studentesco inizia in Italia nell’autunno del 1967 con occupazioni pacifiche delle università contro l’autoritarismo dei docenti e la riforma dell’università che vuole rendere più difficile l’accesso agli studi. Nel 1968, durante l’occupazione dell’Università di Roma, la polizia sgombera con la forza l’ateneo. E’ l’inizio della guerriglia urbana: alle manifestazioni molti studenti vengono con caschi da motociclisti, spranghe, pietre ed anche pistole. Il movimento studentesco si orienta sull’ideologia marxista-leninista della rivoluzione e cerca di coinvolgere gli operai delle fabbriche del nord.
Il Partito Comunista Italiano (PCI), il maggior partito di sinistra italiano, dopo l’occupazione della Cecoslovacchia da parte dell’esercito russo, prende le distanze dal Cremlino e gli studenti, che non si riconoscono più nel PCI, fondano gruppi di estrema sinistra.
Nell’autunno del 1969 inizia un periodo di grandi scioperi operai (“autunno caldo”) che portano a grandi riforme nella scuola, con la liberalizzazione dell’università, e nel lavoro, con aumento dei salari, miglioramento delle condizioni in fabbrica ed approvazione dello statuto dei lavoratori.
Nel frattempo il festival di Sanremo vuole essere un momento di evasione ed ignorare quello che sta accadendo nelle piazze. Nel 1967, però, un evento porta con forza sul palcoscenico la protesta. Luigi Tenco è un cantautore genovese che ha scritto una canzone contro la guerra. Ma la direzione del Festival la censura e Tenco cambia il testo in una canzone d’amore Ciao amore ciao. Ma neppure questo basta, Tenco è un cantante troppo estremista e viene eliminato dalla giuria. Per protesta (secondo la versione ufficiale) il cantante si toglie la vita nella sua camera d’albergo lasciando un biglietto in cui accusa il Festival di essere fuori dalla realtà: si premiano canzoni come Io tu e le rose mentre nelle strade si combatte. Il suicidio di Tenco è un grande shock per gli italiani, il Festival incassa il colpo, cambia la direzione artistica, ma rimane ostaggio della politica nazionale: il Festival fa opinione e non può essere lasciato senza il controllo del Governo.
Nel frattempo le proteste di piazza dei gruppi di sinistra, che invocano la rivoluzione comunista, spingono la destra ad organizzare gruppi neofascisti per attuare la “strategia della tensione”: con attentati ed azioni violente creare il panico nel paese per spingere l’opinione pubblica a cercare l’ordine ed un governo forte di destra, tutto con l’appoggio di alcune componenti dello stato.
Secondo questo disegno il 12 dicembre 1969 in Piazza Fontana, in pieno centro a Milano, esplode una bomba nella Banca dell’Agricoltura che provoca 17 morti ed 88 feriti. Iniziano così “gli anni di piombo”, un periodo di forte instabilità e di pericolo per la democrazia. L’8 dicembre 1970 c’è un tentativo di colpo di Stato organizzato da Valerio Borghese, capo del Fronte Nazionale, annullato dallo stesso Borghese per motivi mai chiariti. Nel 1974 una bomba neofascista, durante un comizio a piazza della Loggia a Brescia, provoca 8 morti e 102 feriti. Lo stesso anno sul treno Italicus diretto in Germania, un’altra bomba, sempre di destra, fa 12 morti e 48 feriti per finire al 1980 con la strage della stazione di Bologna con 85 morti e 200 feriti.
Ma gli organizzatori del Festival sembrano non accorgersi di quello che succede. A Sanremo si canta ancora di amore e di tradimenti ed i temi sociali restano fuori dal palcoscenico. Ad esempio nel 1973 vince Peppino di Capri con un grande amore e niente più nella più classica tradizione sanremese. C’è, in realtà, qualche canzone fuori dal coro, come ad esempio nel 1970 l’imprevedibile Celentano con chi non lavora non fa l’amore, uno scherzoso riferimento alla stagione di scioperi che sta paralizzando il paese e per il quale viene accusato di comportamento antisindacale.
Ma anche la situazione internazionale è difficile. Nel 1971 Nixon mette fine al Sistema Monetario di Bretton Woods provocando una forte svalutazione della lira rispetto al dollaro, malgrado la nascita del Serpente Monetario Europeo (SME). Nel 1973 in medioriente scoppia la guerra del Kippur e il prezzo del greggio passa da 3 $ (nel 1972) a 43 $ (nel 1980) al barile. E’ la prima grande crisi energetica mondiale e l’inflazione galoppa.
Nel 1975 l’Italia subisce la prima recessione da oltre tre decenni. La crisi energetica colpisce la popolazione e le imprese. Ci sono le “domeniche a piedi” e addirittura la riduzione dell’illuminazione stradale. Il Paese inizia a produrre meno e lo stato interviene con sussidi e finanziamenti, facendo crescere rapidamente il debito pubblico. Aumenta la disoccupazione ed il malcontento, sopratutto dei giovani che vanno ad incrementare le fila dei gruppi rivoluzionari di destra e di sinistra.
Una delle cause principali di questa gestione fallimentare della crisi internazionale è l’instabilità dei governi e la litigiosità interna al partito di maggioranza, la Democrazia Cristiana.
Dopo l’esperienza della dittatura fascista, la Costituzione della nuova Repubblica Italiana era stata costruita in modo attento a evitare qualsiasi rischio di un governo troppo forte. Ma proprio questo impedisce di avere un governo stabile, indispensabile in momenti così difficili.
Nella ricerca di dare stabilità al paese, nel 1976 i capi dei due partiti maggiori, Aldo Moro della Democrazia Cristiana (al governo) ed Enrico Berlinguer del Partito Comunista Italiano (all’opposizione), ormai non più filo-sovietico e favorevole alla NATO, cercano di realizzare un’alleanza (il “compromesso storico”). Ma nel 1978 Aldo Moro viene rapito da un commando di estremisti di sinistra che si fanno chiamare “Brigate rosse” e che sono contro il compromesso storico. Dopo un lungo negoziato con lo stato, Moro viene ucciso.
A metà degli anni ‘70, in risposta al terrorismo nero ed alla politica di compromesso avviata dal PCI alcuni gruppi di sinistra, come le brigate rosse, sono passati in clandestinità ed hanno praticato la lotta armata per colpire lo stato e la classe dirigente borghese con rapimenti, ferimenti, assalti e omicidi lasciandosi dietro una lunga scia di sangue di cui Moro è solo l’ultima vittima.
L’uccisione di Moro provoca la reazione di tutti i partiti che trovano finalmente un momento di unità. Il governo incarica il generale Dalla Chiesa di mettere fine a queste violenze e, grazie anche a leggi speciali ed all’uso dei pentiti, le Brigate Rosse sono sconfitte e la lotta armata si interrompe.
E il Festival? Con la nuova gestione di Mike Buongiorno, venuta dopo il suicidio Tenco, il Festival cerca di riprendersi la scena musicale del paese. Ma nel frattempo è finito il monopolio dello Stato sulla radio e sono nate le radio libere che sono subito diventate un canale importante per diffondere le novità musicali. Invece che passare attraverso la censura del Festival, i cantanti preferiscono arrivare direttamente al pubblico tramite le radio. E così la maggior parte delle novità musicali non vengono presentate più a Sanremo ma viaggiano libere nell’etere. Diventano famosi cantautori che frequentano poco il Festival, come Lucio Battisti con canzoni come il mio canto libero nel 1971 oppure come Mina, con io vivrò senza te, o come, nel 1978, Lucio Dalla con caro amico ti scrivo un’amara constatazione dello stato di incertezza dei suoi tempi. Sono tanti i cantautori e gruppi che si affacciano alla scena musicale italiana nella fine degli anni 60 e negli anni 70 e che matureranno nel decennio successivo.
Siamo così arrivati agli anni ‘80, gli anni del disimpegno.
Le canzoni di Sanremo degli anni 70 – i testi
Luigi Tenco – Ciao amore, ciao – 1967 |
---|
La solita strada bianca come il sale Il grano da crescere, i campi da arare Guardare ogni giorno se piove o c’è il sole Per saper se domani si vive o si muore E un bel giorno dire basta e andare via Ciao amore, ciao amore … Andare via lontano a cercare un altro mondo Dire addio al cortile, andarsene sognando E poi mille strade grigie come il fumo In un mondo di luci sentirsi nessuno Saltare cent’anni in un giorno solo: Dai carri dei campi agli aerei nel cielo E non capirci niente e aver voglia di tornare da te Ciao amore, ciao amore … Non saper fare niente in un mondo che sa tutto E non avere un soldo nemmeno per tornare… Ciao amore, ciao amore … |
Orietta Berti – io, tu e le rose – 1967 |
---|
Prima di cominciare non c’era niente al mondo Ora che ci sei tu per me c’è troppa gente Gente che vuol sapere perché viviamo così Io, tu e le rose Io, tu e l’amore Quando, quando Tu respiri accanto a me Solo allora io comprendo d’esser viva Quando siamo Io, tu e le rose Io, tu e l’amore Anche se cadesse il mondo Quello stesso giorno Noi saremo là Io, tu e le rose Quando, quando …. E se l’odio della gente Ci terrà lontani, resteremo noi Io, tu e l’amore |
Adriano Celentano e Claudia Mori – Chi non lavora non fa l’amore – 1970 |
---|
“Chi non lavora non fa l’amore“ Questo mi ha detto ieri mia moglie “A casa stanco, ieri ritornò, Lui si è seduto Niente c’era in tavola Arrabbiata io gli grido che Ha scioperato due giorni su tre Coi soldi che mi da Non ce la faccio più e ho deciso che Faccio lo sciopero contro di lui Chi non lavora non fa l’amore” .. Allora andai a lavorare Mentre eran tutti a scioperare E un grosso pugno in faccia mi arrivò Andai a piedi alla guardia medica C’era lo sciopero anche dei tranvai Arrivo lì, ma il dottore non c’è È in sciopero anche lui Che gioco è? ma? Ma come finirà? C’è il caos nella città Non so più cosa far Se non sciopero mi picchiano Se sciopero, mia moglie dice: “Chi non lavora non fa l’amore Dagli l’aumento signor padrone Così vedrai che in casa tua E in ogni casa entra l’amore” |
Peppino di Capri – Un grande amore e niente più – 1973 |
---|
Io, lontano da te, pescatore lontano dal mare Io, chiedo da bere da una fonte asciugata dal sole Solitudine e malinconia I soprammobili di casa mia Qualche libro, una poesia E sul piano una fotografia Io e te, un grande amore e niente più Io e te, le nostre corse fin laggiù Là dove c’è la capanna scoperta da noi Dove tu mi dicesti: “Vorrei Amore vorrei, stasera vorrei” Notti, notti d’amore Nel silenzio il mio nome, il tuo nome Ma non risale l’acqua di un fiume E nemmeno il tuo amore ritorna da me Solitudine e malinconia In ogni angolo, in ogni via Ti rimprovero una sola cosa Che potevi almeno dirmi “scusa” |
Lucio Battisti – Il mio canto libero – 1972 |
---|
In un mondo che non ci vuole più Il mio canto libero sei tu E l’immensità si apre intorno a noi Al di là del limite degli occhi tuoi Nasce il sentimento Nasce in mezzo al pianto E s’innalza altissimo e va E vola sulle accuse della gente A tutti i suoi retaggi indifferente Sorretto da un anelito d’amore di vero amore In un mondo che (Pietre, un giorno case) Prigioniero è (Ricoperte dalle rose selvatiche) Respiriamo liberi io e te (Rivivono, ci chiamano) E la verità (Boschi abbandonati) Si offre nuda a noi (Perciò sopravvissuti, vergini) E limpida è l’immagine (Si aprono) Ormai (Ci abbracciano) Nuove sensazioni Giovani emozioni Si esprimono purissime in noi La veste dei fantasmi del passato Cadendo lascia il quadro immacolato E s’alza un vento tiepido d’amore Di vero amore E riscopro te Dolce compagna che Non sai domandare, ma sai Che ovunque andrai Al fianco tuo mi avrai Se tu lo vuoi … |
Mina – Io vivrò senza te – 1972 |
---|
Che non si muore per amore È una gran bella verità Perciò dolcissimo mio amore Ecco quello, quello che Da domani mi accadrà Io vivrò senza te Anche se ancora non so Come io vivrò Senza te, io senza di te Sola continuerò e dormirò Mi sveglierò, camminerò, lavorerò Qualche cosa farò Qualche cosa farò, sì Qualche cosa farò Qualche cosa di sicuro io farò Piangerò, sì io piangerò E se ritorni nella mente Basta pensare che non ci sei Che sto soffrendo inutilmente Perché so, io lo so, che non tornerai Senza te, io senza te Sola continuerò e dormirò Mi sveglierò, camminerò, lavorerò Qualche cosa farò Qualche cosa farò, sì Qualche cosa farò Qualche cosa di sicuro io farò Piangerò, sì io piangerò |
Lucio Dalla – Caro amico ti scrivo – 1978 |
---|
Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po’ e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò. Da quando sei partito c’è una grossa novità, l’anno vecchio è finito ormai ma qualcosa ancora qui non va. Si esce poco la sera compreso quando è festa e c’è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra, e si sta senza parlare per intere settimane, e a quelli che hanno niente da dire del tempo ne rimane. Ma la televisione ha detto che il nuovo anno porterà una trasformazione e tutti quanti stiamo già aspettando sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno, ogni Cristo scenderà dalla croce anche gli uccelli faranno ritorno. Ci sarà da mangiare e luce tutto l’anno, anche i muti potranno parlare mentre i sordi già lo fanno. E si farà l’amore ognuno come gli va, anche i preti potranno sposarsi ma soltanto a una certa età. E senza grandi disturbi qualcuno sparirà, saranno forse i troppo furbi e i cretini di ogni età. Vedi caro amico cosa ti scrivo e ti dico e come sono contento di essere qui in questo momento, vedi, vedi, vedi, vedi, vedi caro amico cosa si deve inventare per poterci ridere sopra, per continuare a sperare. E se quest’anno poi passasse in un istante, vedi amico mio come diventa importante che in questo istante ci sia anch’io. L’anno che sta arrivando tra un anno passerà io mi sto preparando è questa la novità |
Le canzoni di Sanremo degli anni 60 – i testi
Tony Dallara – Romantica – 1960 |
---|
Bambina bella sono l’ultimo poeta che s’ispira ad una stella. Bambina mia, sono l’ultimo inguaribile malato di poesia. E voglio bene a te perché sei come me, romantica. Tu sei romantica, amarti e’ un po’ rivivere, nella semplicità, nell’irrealtà di un altra età. Tu sei romantica, amica delle nuvole, che cercano lassù un po’ di sol come fai tu. Tu sei la musica che ispira l’anima sei tu il mio angolo di paradiso per me. Ed io che accanto a te son ritornato a vivere, a te racconterò, affiderò i sogni miei perché romantica tu sei. ….. |
Adriano Celentano – 24.000 baci – 1961 |
---|
Amami Ti voglio bene Con 24 mila baci Oggi saprei perché l’amore Vuole ogni tanto mille baci Mille carezze all’ora all’ora Con 24 mila baci Felici corrono le ore Un giorno splendido perché Ogni secondo bacio te Niente bugie meravigliose Frasi d’amore appassionate Ma solo baci che dò a te, yee, yeeee Con 24 mila baci Così frenetico è l’amore In questo giorno di follia Ogni minuto è tutto mio …… |
Tony Renis – Quando quando quando – 1962 |
---|
Dimmi quando tu verrai Dimmi quando quando quando L’anno il giorno l’ora in cui forse tu mi bacerai Ogni istante attenderò fino a quando quando quando D’improvviso ti vedrò sorridente accanto a me Se vuoi dirmi di si devi dirlo perché Non ha senso per me la mia vita senza te Dimmi quando tu verrai Dimmi quando quando quando E baciandomi dirai “non ci lasceremo mai” ……. |
Gigliola Cinquetti – Non ho l’età – 1964 |
---|
Non ho l’età, non ho l’età per amarti, non ho l’età per uscire sola con te E non avrei, non avrei nulla da dirti Perché tu sai molte più cose di me Lascia che io viva un amore romantico Nell’attesa che venga quel giorno Ma ora no Non ho l’età, non ho l’età per amarti, non ho l’età per uscire sola con te Se tu vorrai, se tu vorrai aspettarmi Quel giorno avrai tutto il mio amore per te |
Caterina Caselli – Nessuno mi può giudicare – 1966 |
---|
La verità mi fa male, lo so La verità mi fa male, lo sai Nessuno mi può giudicare, nemmeno tu (la verità mi fa male lo so) Lo so che ho sbagliato una volta e non sbaglio più Dovresti pensare a me E stare più attento a te C’è già tanta gente che Ce l’ha su con me, chi lo sa perché? Ognuno ha il diritto di vivere come può Per questo una cosa mi piace e quell’altra no Se sono tornata a te Ti basta sapere che Ho visto la differenza tra lui e te ed ho scelto te Se ho sbagliato un giorno ora capisco che L’ho pagata cara la verità Io ti chiedo scusa, e sai perché? Sta di casa qui la felicità Molto, molto più di prima io t’amerò In confronto all’altro sei meglio tu E d’ora in avanti prometto che Quel che ho fatto un dì non farò mai più Nessuno mi può giudicare, nemmeno tu |
Adriano Celentano – Il ragazzo della via Gluck – 1966 |
---|
Questa è la storia di uno di noi Anche lui nato per caso in via Gluck In una casa, fuori città, Gente tranquilla, che lavorava Là dove c’era l’erba ora c’è una città E quella casa in mezzo al verde ormai dove sarà Questo ragazzo della via Gluck Si divertiva a giocare con me Ma un giorno disse: “vado in città” E lo diceva mentre piangeva Io gli domando: “amico non sei contento Vai finalmente a stare in città Là troverai le cose che non hai avuto qui Potrai lavarti in casa senza andar giù nel cortile” “Mio caro amico”, disse “Qui sono nato, in questa strada Ora lascio il mio cuore Ma come fai a non capire È una fortuna, per voi che restate A piedi nudi a giocare nei prati Mentre là in centro io respiro il cemento Ma verrà un giorno che ritornerò ancora qui E sentirò l’amico treno che fischia così “Uah, uah” Passano gli anni, molto son lunghi Però quel ragazzo ne ha fatta di strada Ma non si scorda la sua prima casa Ora coi soldi lui può comperarla Torna e non trova gli amici che aveva Solo case su case, catrame e cemento Là dove c’era l’erba ora c’è una città, ah E quella casa in mezzo al verde ormai Dove sarà, ah Non so, non so Perché continuano a costruire, le case E non lasciano l’erba, non lasciano l’erba Se andiamo avanti così chissà Come si farà ? |
I Giganti – Proposta – 1967 |
---|
Mettete dei fiori nei nostri cannoni” Era scritto in un cartello, sulla schiena dei ragazzi Che senza conoscersi, di città diverse Socialmente differenti In giro per le strade della loro città Cantavano la loro proposta Ora pare che ci sarà un’inchiesta Tu, come ti chiami? Sei molto giovane Me ciami Brambilla e fu l’uperari, lavori la ghisa per pochi denari E non ho in tasca mai la lira per potere fare un ballo con lei Mi piace il lavoro, ma non sono contento Non è per i soldi che io mi lamento Ma questa gioventù c’avrei giurato che m’avrebbe dato di più. Mettete dei fiori nei vostri cannoni Perché non vogliamo mai nel cielo Molecole malate, ma note musicali che formino gli accordi Per una ballata di pace, di pace, di pace Anche tu sei molto giovane, quanti anni hai E di che cosa non sei soddisfatto? Ho quasi vent’anni e vendo giornali Girando i quartieri fra povera gente Che vive come me, che sogna come me Io sono un pittore che non vende quadri Dipingo soltanto l’amore che vedo E alla società non chiedo che la mia libertà Mettete dei fiori nei vostri cannoni …. E tu chi sei? Non mi pare che abbia di che lamentarti La mia famiglia è di gente bene Con mamma non parlo, col vecchio nemmeno Lui mette le mie camicie e poi mi critica se vesto così Guadagno la vita lontano da casa Perché ho rinunciato ad un posto tranquillo Ora mi dite che ho degli impegni che gli altri han preso per me Mettete dei fiori nei vostri cannoni …. |