Il Festival di Sanremo e la storia d’Italia – gli anni 70

Gli anni ’70 sono stati un decennio molto difficile per l’Italia, non solo per i problemi globali dell’economia ma soprattutto per la scarsa tenuta del tessuto sociale e delle istituzioni. Le rivendicazioni e proteste iniziate pacificamente nel ’68 si trasformano in un’ondata di estremismo violento, sia di destra che di sinistra.

Nello Stivale si formano numerose cellule terroristiche ben organizzate. In soli dieci anni si registrano 6 stragi, con decine di morti e centinaia di feriti. Personaggi di rilievo della politica e della società italiana vengono rapiti, uccisi o torturati.

Ma sono anche un periodo di grandi conquiste civili: nel 1974 c’è la legge sul divorzio, nel 1975 vi è l’equiparazione fra uomini e donne e il nuovo diritto di famiglia; nel 1981 vince il referendum a favore dell’aborto. 

Vediamo un po’ più in profondità i personaggi e i fatti di questo periodo così importante.

Il movimento studentesco inizia in Italia nell’autunno del 1967 con occupazioni pacifiche delle università contro l’autoritarismo dei docenti e la riforma dell’università che vuole rendere più difficile l’accesso agli studi. Nel 1968, durante l’occupazione dell’Università di Roma, la polizia sgombera con la forza l’ateneo. E’ l’inizio della guerriglia urbana: alle manifestazioni molti studenti vengono con caschi da motociclisti, spranghe, pietre ed anche pistole. Il movimento studentesco si orienta sull’ideologia marxista-leninista della rivoluzione e cerca di coinvolgere gli operai delle fabbriche del nord.

Il Partito Comunista Italiano (PCI), il maggior partito di sinistra italiano, dopo l’occupazione della Cecoslovacchia da parte dell’esercito russo, prende le distanze dal Cremlino e gli studenti, che non si riconoscono più nel PCI, fondano gruppi di estrema sinistra.

Nell’autunno del 1969 inizia un periodo di grandi scioperi operai (“autunno caldo”) che portano a grandi riforme nella scuola, con la liberalizzazione dell’università, e nel lavoro, con aumento dei salari, miglioramento delle condizioni in fabbrica ed approvazione dello statuto dei lavoratori.

Nel frattempo il festival di Sanremo vuole essere un momento di evasione ed ignorare quello che sta accadendo nelle piazze. Nel 1967, però, un evento porta con forza sul palcoscenico la protesta. Luigi Tenco è un cantautore genovese che ha scritto una canzone contro la guerra. Ma la direzione del Festival la censura e Tenco cambia il testo in una canzone d’amore Ciao amore ciao. Ma neppure questo basta, Tenco è un cantante troppo estremista e viene eliminato dalla giuria. Per protesta (secondo la versione ufficiale) il cantante si toglie la vita nella sua camera d’albergo lasciando un biglietto in cui accusa il Festival di essere fuori dalla realtà: si premiano canzoni come Io tu e le rose mentre nelle strade si combatte. Il suicidio di Tenco è un grande shock per gli italiani, il Festival incassa il colpo, cambia la direzione artistica, ma rimane ostaggio della politica nazionale: il Festival fa opinione e non può essere lasciato senza il controllo del Governo.

Nel frattempo le proteste di piazza dei gruppi di sinistra, che invocano la rivoluzione comunista, spingono la destra ad organizzare gruppi neofascisti per attuare la “strategia della tensione”: con attentati ed azioni violente creare il panico nel paese per spingere l’opinione pubblica a cercare l’ordine ed un governo forte di destra, tutto con l’appoggio di alcune componenti dello stato.

Secondo questo disegno il 12 dicembre 1969 in Piazza Fontana, in pieno centro a Milano, esplode una bomba nella Banca dell’Agricoltura che provoca 17 morti ed 88 feriti. Iniziano così “gli anni di piombo”, un periodo di forte instabilità e di pericolo per la democrazia. L’8 dicembre 1970 c’è un tentativo di colpo di Stato organizzato da Valerio Borghese, capo del Fronte Nazionale, annullato dallo stesso Borghese per motivi mai chiariti. Nel 1974 una bomba neofascista, durante un comizio a piazza della Loggia a Brescia, provoca 8 morti e 102 feriti. Lo stesso anno sul treno Italicus diretto in Germania, un’altra bomba, sempre di destra, fa 12 morti e 48 feriti per finire al 1980 con la strage della stazione di Bologna con 85 morti e 200 feriti.

Ma gli organizzatori del Festival sembrano non accorgersi di quello che succede. A Sanremo si canta ancora di amore e di tradimenti ed i temi sociali restano fuori dal palcoscenico. Ad esempio nel 1973 vince Peppino di Capri con un grande amore e niente più nella più classica tradizione sanremese. C’è, in realtà, qualche canzone fuori dal coro, come ad esempio nel 1970 l’imprevedibile Celentano con chi non lavora non fa l’amore, uno scherzoso riferimento alla stagione di scioperi che sta paralizzando il paese e per il quale viene accusato di comportamento antisindacale.

Ma anche la situazione internazionale è difficile. Nel 1971 Nixon mette fine al Sistema Monetario di Bretton Woods provocando una forte svalutazione della lira rispetto al dollaro, malgrado la nascita del Serpente Monetario Europeo (SME). Nel 1973 in medioriente scoppia la guerra del Kippur e il prezzo del greggio passa da 3 $ (nel 1972) a 43 $ (nel 1980) al barile. E’ la prima grande crisi energetica mondiale e l’inflazione galoppa. 

Nel 1975 l’Italia subisce la prima recessione da oltre tre decenni. La crisi energetica colpisce la popolazione e le imprese. Ci sono le “domeniche a piedi” e addirittura la riduzione dell’illuminazione stradale. Il Paese inizia a produrre meno e lo stato interviene con sussidi e finanziamenti, facendo crescere rapidamente il debito pubblico. Aumenta la disoccupazione ed il malcontento, sopratutto dei giovani che vanno ad incrementare le fila dei gruppi rivoluzionari di destra e di sinistra.

Una delle cause principali di questa gestione fallimentare della crisi internazionale è l’instabilità dei governi e la litigiosità interna al partito di maggioranza, la Democrazia Cristiana. 

Dopo l’esperienza della dittatura fascista, la Costituzione della nuova Repubblica Italiana era stata costruita in modo attento a evitare qualsiasi rischio di un governo troppo forte. Ma proprio questo impedisce di avere un governo stabile, indispensabile in momenti così difficili.

Nella ricerca di dare stabilità al paese, nel 1976 i capi dei due partiti maggiori, Aldo Moro della Democrazia Cristiana (al governo) ed Enrico Berlinguer del Partito Comunista Italiano (all’opposizione), ormai non più filo-sovietico e favorevole alla NATO, cercano di realizzare un’alleanza (il “compromesso storico”). Ma nel 1978 Aldo Moro viene rapito da un commando di estremisti di sinistra che si fanno chiamare “Brigate rosse” e che sono contro il compromesso storico. Dopo un lungo negoziato con lo stato, Moro viene ucciso.

A metà degli anni ‘70, in risposta al terrorismo nero ed alla politica di compromesso avviata dal PCI alcuni gruppi di sinistra, come le brigate rosse, sono passati in clandestinità ed hanno praticato la lotta armata per colpire lo stato e la classe dirigente borghese con rapimenti, ferimenti, assalti e omicidi lasciandosi dietro una lunga scia di sangue di cui Moro è solo l’ultima vittima.

L’uccisione di Moro provoca la reazione di tutti i partiti che trovano finalmente un momento di unità. Il governo incarica il generale Dalla Chiesa di mettere fine a queste violenze e, grazie anche a leggi speciali ed all’uso dei pentiti, le Brigate Rosse sono sconfitte e la lotta armata si interrompe. 

E il Festival? Con la nuova gestione di Mike Buongiorno, venuta dopo il suicidio Tenco, il Festival cerca di riprendersi la scena musicale del paese. Ma nel frattempo è finito il monopolio dello Stato sulla radio e sono nate le radio libere che sono subito diventate un canale importante per diffondere le novità musicali. Invece che passare attraverso la censura del Festival, i cantanti preferiscono arrivare direttamente al pubblico tramite le radio. E così la maggior parte delle novità musicali non vengono presentate più a Sanremo ma viaggiano libere nell’etere. Diventano famosi cantautori che frequentano poco il Festival, come Lucio Battisti con canzoni come il mio canto libero nel 1971 oppure come Mina, con io vivrò senza teo come, nel 1978, Lucio Dalla con caro amico ti scrivo un’amara constatazione dello stato di incertezza dei suoi tempi. Sono tanti i cantautori e gruppi che si affacciano alla scena musicale italiana nella fine degli anni 60 e negli anni 70 e che matureranno nel decennio successivo.

Siamo così arrivati agli anni ‘80, gli anni del disimpegno.

Le canzoni di Sanremo degli anni 70 – i testi

Ascolta un estratto della canzone
Luigi Tenco – Ciao amore, ciao – 1967
La solita strada bianca come il sale
Il grano da crescere, i campi da arare
Guardare ogni giorno se piove o c’è il sole
Per saper se domani si vive o si muore
E un bel giorno dire basta e andare via

Ciao amore, ciao amore …

Andare via lontano a cercare un altro mondo
Dire addio al cortile, andarsene sognando
E poi mille strade grigie come il fumo
In un mondo di luci sentirsi nessuno
Saltare cent’anni in un giorno solo:
Dai carri dei campi agli aerei nel cielo
E non capirci niente e aver voglia di tornare da te

Ciao amore, ciao amore …

Non saper fare niente in un mondo che sa tutto
E non avere un soldo nemmeno per tornare…

Ciao amore, ciao amore …
Ascolta un estratto della canzone
Orietta Berti – io, tu e le rose – 1967
Prima di cominciare non c’era niente al mondo
Ora che ci sei tu per me c’è troppa gente
Gente che vuol sapere perché viviamo così

Io, tu e le rose
Io, tu e l’amore
Quando, quando
Tu respiri accanto a me
Solo allora io comprendo d’esser viva
Quando siamo
Io, tu e le rose
Io, tu e l’amore
Anche se cadesse il mondo 
Quello stesso giorno
Noi saremo là
Io, tu e le rose

Quando, quando
….

E se l’odio della gente
Ci terrà lontani, resteremo noi
Io, tu e l’amore
Ascolta un estratto della canzone
Adriano Celentano e Claudia Mori –
Chi non lavora non fa l’amore – 1970
Chi non lavora non fa l’amore
Questo mi ha detto ieri mia moglie

A casa stanco, ieri ritornò,
Lui si è seduto
Niente c’era in tavola
Arrabbiata io gli grido che
Ha scioperato due giorni su tre
Coi soldi che mi da
Non ce la faccio più e ho deciso che
Faccio lo sciopero contro di lui
Chi non lavora non fa l’amore” ..

Allora andai a lavorare
Mentre eran tutti a scioperare
E un grosso pugno in faccia mi arrivò
Andai a piedi alla guardia medica
C’era lo sciopero anche dei tranvai
Arrivo lì, ma il dottore non c’è
È in sciopero anche lui
Che gioco è? ma? Ma come finirà?
C’è il caos nella città
Non so più cosa far
Se non sciopero mi picchiano
Se sciopero, mia moglie dice:

Chi non lavora non fa l’amore
Dagli l’aumento signor padrone
Così vedrai che in casa tua
E in ogni casa entra l’amore”
Ascolta un estratto della canzone
Peppino di Capri – Un grande amore
e niente più – 1973
Io, lontano da te, pescatore lontano dal mare
Io, chiedo da bere da una fonte asciugata dal sole
Solitudine e malinconia
I soprammobili di casa mia
Qualche libro, una poesia
E sul piano una fotografia
Io e te, un grande amore e niente più
Io e te, le nostre corse fin laggiù
Là dove c’è la capanna scoperta da noi
Dove tu mi dicesti: “Vorrei
Amore vorrei, stasera vorrei”

Notti, notti d’amore
Nel silenzio il mio nome, il tuo nome
Ma non risale l’acqua di un fiume
E nemmeno il tuo amore ritorna da me
Solitudine e malinconia
In ogni angolo, in ogni via
Ti rimprovero una sola cosa
Che potevi almeno dirmi “scusa”
Ascolta un estratto della canzone
Lucio Battisti – Il mio canto libero – 1972
In un mondo che non ci vuole più
Il mio canto libero sei tu
E l’immensità si apre intorno a noi
Al di là del limite degli occhi tuoi

Nasce il sentimento
Nasce in mezzo al pianto
E s’innalza altissimo e va
E vola sulle accuse della gente
A tutti i suoi retaggi indifferente
Sorretto da un anelito d’amore di vero amore

In un mondo che (Pietre, un giorno case)
Prigioniero è (Ricoperte dalle rose selvatiche)
Respiriamo liberi io e te (Rivivono, ci chiamano)
E la verità (Boschi abbandonati)
Si offre nuda a noi (Perciò sopravvissuti, vergini)
E limpida è l’immagine (Si aprono)
Ormai (Ci abbracciano)

Nuove sensazioni
Giovani emozioni
Si esprimono purissime in noi
La veste dei fantasmi del passato
Cadendo lascia il quadro immacolato
E s’alza un vento tiepido d’amore
Di vero amore
E riscopro te

Dolce compagna che
Non sai domandare, ma sai
Che ovunque andrai
Al fianco tuo mi avrai
Se tu lo vuoi
Ascolta un estratto della canzone
Mina – Io vivrò senza te – 1972
Che non si muore per amore
È una gran bella verità
Perciò dolcissimo mio amore
Ecco quello, quello che
Da domani mi accadrà
Io vivrò senza te
Anche se ancora non so
Come io vivrò
Senza te, io senza di te
Sola continuerò e dormirò
Mi sveglierò, camminerò, lavorerò
Qualche cosa farò
Qualche cosa farò, sì
Qualche cosa farò
Qualche cosa di sicuro io farò
Piangerò, sì io piangerò
E se ritorni nella mente
Basta pensare che non ci sei
Che sto soffrendo inutilmente
Perché so, io lo so, che non tornerai

Senza te, io senza te
Sola continuerò e dormirò
Mi sveglierò, camminerò, lavorerò
Qualche cosa farò
Qualche cosa farò, sì
Qualche cosa farò
Qualche cosa di sicuro io farò
Piangerò, sì io piangerò
Ascolta un estratto della canzone
Lucio Dalla – Caro amico ti scrivo – 1978
Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po’
e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò.
Da quando sei partito c’è una grossa novità,
l’anno vecchio è finito ormai
ma qualcosa ancora qui non va.

Si esce poco la sera compreso quando è festa
e c’è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra,
e si sta senza parlare per intere settimane,
e a quelli che hanno niente da dire
del tempo ne rimane.

Ma la televisione ha detto che il nuovo anno
porterà una trasformazione
e tutti quanti stiamo già aspettando
sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno,
ogni Cristo scenderà dalla croce
anche gli uccelli faranno ritorno.

Ci sarà da mangiare e luce tutto l’anno,
anche i muti potranno parlare
mentre i sordi già lo fanno.
E si farà l’amore ognuno come gli va,
anche i preti potranno sposarsi
ma soltanto a una certa età.

E senza grandi disturbi qualcuno sparirà,
saranno forse i troppo furbi
e i cretini di ogni età.

Vedi caro amico cosa ti scrivo e ti dico
e come sono contento
di essere qui in questo momento,
vedi, vedi, vedi, vedi,
vedi caro amico cosa si deve inventare
per poterci ridere sopra,
per continuare a sperare.
E se quest’anno poi passasse in un istante,
vedi amico mio
come diventa importante
che in questo istante ci sia anch’io.
L’anno che sta arrivando tra un anno passerà
io mi sto preparando è questa la novità

Le canzoni di Sanremo degli anni 60 – i testi

Ascolta Romantica
Tony Dallara – Romantica – 1960
Bambina bella
sono l’ultimo poeta che s’ispira ad una stella.
Bambina mia,
sono l’ultimo inguaribile malato di poesia.
E voglio bene a te 
perché sei come me, romantica.

Tu sei romantica,
amarti e’ un po’ rivivere,
nella semplicità, nell’irrealtà di un altra età.

Tu sei romantica, amica delle nuvole,
che cercano lassù un po’ di sol come fai tu.

Tu sei la musica che ispira l’anima
sei tu il mio angolo di paradiso per me.

Ed io che accanto a te son ritornato a vivere,
a te racconterò, affiderò i sogni miei
perché romantica tu sei.
…..
Ascolta 24000 baci
Adriano Celentano – 24.000 baci – 1961
Amami
Ti voglio bene
Con 24 mila baci
Oggi saprei perché l’amore
Vuole ogni tanto mille baci
Mille carezze all’ora all’ora

Con 24 mila baci
Felici corrono le ore
Un giorno splendido perché
Ogni secondo bacio te

Niente bugie meravigliose
Frasi d’amore appassionate
Ma solo baci che dò a te, yee, yeeee

Con 24 mila baci
Così frenetico è l’amore
In questo giorno di follia
Ogni minuto è tutto mio
……

Ascolta quando quando quando
Tony Renis – Quando quando quando – 1962
Dimmi quando tu verrai
Dimmi quando quando quando
L’anno il giorno l’ora in cui forse tu mi bacerai
Ogni istante attenderò 
fino a quando quando quando
D’improvviso ti vedrò sorridente accanto a me

Se vuoi dirmi di si devi dirlo perché
Non ha senso per me la mia vita senza te

Dimmi quando tu verrai
Dimmi quando quando quando
E baciandomi dirai “non ci lasceremo mai”
…….
Ascolta Non ho l’età
Gigliola Cinquetti – Non ho l’età – 1964
Non ho l’età, non ho l’età 
per amarti, 
non ho l’età per uscire sola con te
E non avrei, non avrei nulla da dirti
Perché tu sai molte più cose di me

Lascia che io viva un amore romantico
Nell’attesa che venga quel giorno
Ma ora no

Non ho l’età, non ho l’età per amarti, 
non ho l’età per uscire sola con te
Se tu vorrai, se tu vorrai aspettarmi
Quel giorno avrai tutto il mio amore per te
Ascolta nessuno mi può giudicare
Caterina Caselli – Nessuno mi può giudicare – 1966
La verità mi fa male, lo so
La verità mi fa male, lo sai
Nessuno mi può giudicare, nemmeno tu
(la verità mi fa male lo so)
Lo so che ho sbagliato una volta e non sbaglio più
Dovresti pensare a me
E stare più attento a te
C’è già tanta gente che
Ce l’ha su con me, chi lo sa perché?

Ognuno ha il diritto di vivere come può
Per questo una cosa mi piace e quell’altra no
Se sono tornata a te
Ti basta sapere che
Ho visto la differenza tra lui e te ed ho scelto te

Se ho sbagliato un giorno ora capisco che
L’ho pagata cara la verità
Io ti chiedo scusa, e sai perché?
Sta di casa qui la felicità

Molto, molto più di prima io t’amerò
In confronto all’altro sei meglio tu
E d’ora in avanti prometto che
Quel che ho fatto un dì non farò mai più

Nessuno mi può giudicare, nemmeno tu
Ascolta Il ragazzo della via Gluck
Adriano Celentano – Il ragazzo della via Gluck – 1966
Questa è la storia di uno di noi
Anche lui nato per caso in via Gluck
In una casa, fuori città,
Gente tranquilla, che lavorava
Là dove c’era l’erba ora c’è una città
E quella casa in mezzo al verde ormai dove sarà

Questo ragazzo della via Gluck
Si divertiva a giocare con me
Ma un giorno disse: “vado in città”
E lo diceva mentre piangeva
Io gli domando: “amico non sei contento
Vai finalmente a stare in città
Là troverai le cose che non hai avuto qui
Potrai lavarti in casa senza andar giù nel cortile”

Mio caro amico”, disse
Qui sono nato, in questa strada
Ora lascio il mio cuore
Ma come fai a non capire
È una fortuna, per voi che restate
A piedi nudi a giocare nei prati
Mentre là in centro io respiro il cemento
Ma verrà un giorno che ritornerò ancora qui
E sentirò l’amico treno che fischia così
“Uah, uah”

Passano gli anni, molto son lunghi
Però quel ragazzo ne ha fatta di strada
Ma non si scorda la sua prima casa
Ora coi soldi lui può comperarla
Torna e non trova gli amici che aveva
Solo case su case, catrame e cemento
Là dove c’era l’erba ora c’è una città, ah
E quella casa in mezzo al verde ormai
Dove sarà, ah

Non so, non so
Perché continuano a costruire, le case
E non lasciano l’erba, non lasciano l’erba
Se andiamo avanti così chissà 
Come si farà ?
Ascolta Proposta
I Giganti – Proposta – 1967
Mettete dei fiori nei nostri cannoni”
Era scritto in un cartello, 
sulla schiena dei ragazzi
Che senza conoscersi, di città diverse
Socialmente differenti
In giro per le strade della loro città
Cantavano la loro proposta
Ora pare che ci sarà un’inchiesta

Tu, come ti chiami? Sei molto giovane
Me ciami Brambilla e fu l’uperari, 
lavori la ghisa per pochi denari
E non ho in tasca mai 
la lira per potere fare un ballo con lei
Mi piace il lavoro, ma non sono contento
Non è per i soldi che io mi lamento
Ma questa gioventù 
c’avrei giurato che m’avrebbe dato di più.

Mettete dei fiori nei vostri cannoni
Perché non vogliamo mai nel cielo
Molecole malate, 
ma note musicali che formino gli accordi
Per una ballata di pace, di pace, di pace

Anche tu sei molto giovane, quanti anni hai
E di che cosa non sei soddisfatto?
Ho quasi vent’anni e vendo giornali
Girando i quartieri fra povera gente
Che vive come me, che sogna come me
Io sono un pittore che non vende quadri
Dipingo soltanto l’amore che vedo
E alla società non chiedo che la mia libertà

Mettete dei fiori nei vostri cannoni
….

E tu chi sei?
Non mi pare che abbia di che lamentarti
La mia famiglia è di gente bene
Con mamma non parlo, col vecchio nemmeno
Lui mette le mie camicie 
e poi mi critica se vesto così
Guadagno la vita lontano da casa
Perché ho rinunciato ad un posto tranquillo
Ora mi dite che ho degli impegni 
che gli altri han preso per me

Mettete dei fiori nei vostri cannoni
….