Gianni Morandi
1970 Gianfranco Baldazzi, Sergio Bardotti, Lucio Dalla e Armando Franceschini
Occhi di ragazza Occhi di ragazza Un giorno in loro scoprirò Occhi di ragazza L’acqua di una lacrima d’addio sarà l’ultimo regalo |
Usi e costumi italiani spiegati a non italiani
1970 Gianfranco Baldazzi, Sergio Bardotti, Lucio Dalla e Armando Franceschini
Occhi di ragazza Occhi di ragazza Un giorno in loro scoprirò Occhi di ragazza L’acqua di una lacrima d’addio sarà l’ultimo regalo |
1985 – Alberto Salerno e Zucchero
Donne, tu du du, Donne, tu du du, Negli occhi hanno gli aeroplani per volare ad alta quota, Le vedi camminare insieme, nella pioggia o sotto il sole, dentro pomeriggi opachi, senza gioia né dolore. Donne, oh. Donne. Donne, tu du du, Donne. Donne. |
1983 – Vasco Rossi e Tullio Ferro
Voglio una vita maleducata E poi ci troveremo come le stars Voglio una vita spericolata E poi ci troveremo come le stars Voglio una vita maleducata Vedrai che vita vedrai E poi ci troveremo come le star Voglio una vita spericolata |
1966 – Fabrizio de André
Quei giorni perduti a rincorrere il vento
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1967 – Fabrizio De André , Gian Piero Reverberi
La chiamavano Bocca di Rosa metteva l’amore, metteva l’amore, la chiamavano Bocca di Rosa metteva l’amore sopra ogni cosa. Appena scese alla stazione nel paesino di Sant’Ilario tutti si accorsero con uno sguardo che non si trattava di un missionario. C’è chi l’amore lo fa per noia chi se lo sceglie per professione Bocca di Rosa né l’uno né l’altro lei lo faceva per passione. Ma la passione spesso conduce a soddisfare le proprie voglie senza indagare se il concupito ha il cuore libero oppure ha moglie. E fu così che da un giorno all’altro Bocca di Rosa si tirò addosso l’ira funesta delle cagnette a cui aveva sottratto l’osso. Ma le comari di un paesino non brillano certo in iniziativa le contromisure fino a quel punto si limitavano all’invettiva. Si sa che la gente dà buoni consigli sentendosi come Gesù nel tempio, si sa che la gente dà buoni consigli se non può più dare cattivo esempio. Così una vecchia mai stata moglie senza mai figli, senza più voglie, si prese la briga e di certo il gusto di dare a tutte il consiglio giusto. E rivolgendosi alle cornute le apostrofò con parole argute: “Il furto d’amore sarà punito-disse- dall’ordine costituito”. E quelle andarono dal commissario e dissero senza parafrasare: “Quella schifosa ha già troppi clienti più di un consorzio alimentare”. E arrivarono quattro gendarmi con i pennacchi con i pennacchi e arrivarono quattro gendarmi con i pennacchi e con le armi. Il cuore tenero non è una dote di cui sian colmi i carabinieri ma quella volta a prendere il treno l’accompagnaron malvolentieri Alla stazione c’erano tutti dal commissario al sagrestano alla stazione c’erano tutti con gli occhi rossi e il cappello in mano. A salutare chi per un poco senza pretese, senza pretese, a salutare chi per un poco portò l’amore nel paese. C’era un cartello giallo con una scritta nera diceva “Addio bocca di rosa con te se ne parte la primavera”. Ma una notizia un po’ originale non ha bisogno di alcun giornale come una freccia dall’arco scocca vola veloce di bocca in bocca. E alla stazione successiva molta più gente di quando partiva chi manda un bacio, chi getta un fiore, chi si prenota per due ore. Persino il parroco che non disprezza fra un miserere e un’estrema unzione il bene effimero della bellezza la vuole accanto in processione. E con la Vergine in prima fila e bocca di rosa poco lontano si porta a spasso per il paese l’amore sacro e l’amor profano. |
1934 – Giovanni d’Anzi
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Il Duomo di Milano è la chiesa più grande d’Italia, la sesta nel mondo per superficie (oltre 10.000 mq).
La sua costruzione è iniziata nel 1386 ed è proseguita per centinaia di anni.
Nel 1805, Napoleone, per la sua incoronazione a Re d’Italia, chiese di completare la facciata, ma non fu possibile. I lavori terminarono alla fine del 1800. Quindi per la sua costruzione ci sono voluti 500 anni. Da questo è nato un modo di dire per indicare un’attività che non finisce mai: “è un duomo di Milano”.
Alla fine del 1700 fu costruita la prima guglia, quella più alta, e su di essa, all’altezza di 108 m, fu installata una statua della Madonna, in rame dorato che fu chiamata affettuosamente “La Madonnina” (alta 4,16 metri) con lo sguardo e le braccia aperte verso il cielo a chiedere la benedizione di Dio sulla città.
La Madonnina ha in mano un’alabarda che è, in realtà, un parafulmine mascherato.
C’è una legge a Milano che impone che nessun edificio sia più alto della Madonnina. Per questo motivo, quando è stata costruita la Torre Isozaki, che, con 209 m, è oggi la costruzione più alta della città, sul suo tetto è stata posizionata una copia della Madonnina.